Portici: dignità e conservazione

Ieri venerdì 26 ottobre, durante i lavori dell’VIII Convegno “Bologna dei Portici – La città nella Storia”, promosso dall’Associazione per le Arti Francesco Francia in occasione della XV Festa Internazionale della Storia e svoltosi presso l’Aula Magna di Geologia del Dipartimento BiGeA dell’Università di Bologna, Carlo De Angelis, Presidente del Comitato per Bologna Storica e Artistica, si è segnalato durante il proprio intervento per un’accorata arringa, una forte denuncia sullo stato di degrado sempre più evidente in cui versa il patrimonio architettonico della nostra città, a cominciare proprio dai portici, da anni candidati a divenire Patrimonio UNESCO. Il plauso corale dell’assemblea ci spinge a trascrivere qui la sua prolusione, affinché tutti possano meditare sui suoi contenuti.

Il Comune di Bologna ha chiesto più volte che fosse dichiarata Patrimonio dell’Umanità la città porticata, finora l’UNESCO non si è mosso per una ragione molto semplice: i portici fanno schifo!

Non è possibile poter partecipare ad una questione di Patrimonio dell’Umanità con una città così sciatta e così disordinata come abbiamo noi. Lo dico subito non per polemica, e non rivolto a voi, che vi interessate appunto, come indirizzo di studi alle Belle Arti, ma perchè abbiamo 37 km di portici inguardabili. E non soltanto per il colore, le pavimentazioni, per le serrande sotto i portici che, compresi quelli monumentali, sono imbrattate di scritte incomprensibili: è schifezza quella che vediamo nei nostri portici.

Per non parlare dello scandalo dei turisti che vengono per vedere la città più porticata al mondo, e vedono quel che vedono…

Posso dirlo nella veste di architetto (quest’anno ho fatto il cinquantesimo anno di iscrizione all’ordine per cui posso dire di essere uno degli architetti più vecchi di Bologna) e anche di Presidente del Comitato per Bologna Storica e Artistica, un sodalizio che trae origine dal 1899, aveva Carducci come membro e Rubbiani come Segretario.

Questo sodalizio sopravvive in città, il Comitato infatti si fa sentire ogni tanto, ma non abbiamo più un dialogo continuo, anzi direi che è un dialogo a senso unico. Mandiamo lettere, chiediamo incontri, (pubblichiamo sui social n.d.r) ma la cosa finisce lì. Ora, se da bolognesi crediamo veramente che la città meriti attenzione, penso che si possa cominciare dal fatto dell’aspetto estetico, dall’aspetto della città, ma non solo quello, anche dall’aspetto della conservazione, di tutto ciò che è valido nella nostra città“.

La conservazione del nostro patrimonio storico, artistico, culturale e proprio per questo identitario è compito che spetta a tutti noi quali cittadini: non dimentichiamocene mai!

COMITATO PER BOLOGNA STORICA E ARTISTICA

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