MARCHETTI GAETANO (2007)

MARCHETTI

CENTO GRANELLI DI PEPE PER GAETANO MARCHETTI
(Nota: il ritratto di Gaetano Marchetti qui allegato, è opera del pittore Ugo Guidi).

Il 21 marzo 2007 costituisce per Gaetano Marchetti una data importante: 100 anni di vita. Autore come molti sanno di poesie e racconti in lingua bolognese, si è spesso autodefinito “L’umaréin dal pàvver” per la sua arguzia “pepata”. Ha finalmente raggiunto la fatidica soglia di una età a cui tutti ambiremmo, sebbene con la naturale pretesa di arrivarci in discreta salute e con la testa ….. a posto. Ebbene, lui ha centrato entrambi gli obiettivi. E’ vero che ha qualche problemino motorio che lo obbliga a muoversi con difficoltà, ma con la testa…… vorremmo metterci la firma tutti. Da molti anni ho modo di fare di tanto in tanto un saltino da lui, a Porta Mazzini, a due passi dal Comitato per Bologna Storica ed Artistica, e di sottoporlo ad un piacevole e gradito interrogatorio su fatti ed avvenimenti del passato. Ebbene, la risposta è sempre precisa e ben documentata. Ultimamente, anche a motivo del fatidico anniversario, ho avuto diverse occasioni di colloquio, registrando ed annotando le sue memorie così da avere dalla sua viva voce un preciso ritratto d’l’umaréin dal pàvver, che ora vi presento fresco fresco.
Gaetano Marchetti nasce a Bologna il 21 marzo 1907. Sebbene la data coincida con il primo giorno di primavera, e quindi possa considerarsi di buon auspicio, la vita sembra invece riservargli da subito soltanto amarezze. La morte improvvisa del padre Milziade colpito da infarto, quando Egli ha appena quattordici mesi, costringe la madre Clelia alla più profonda indigenza allevandolo con enormi sacrifici perché priva di alcun mezzo di sussistenza. Dopo sei anni trascorsi tra enormi difficoltà economiche, in cui la madre alterna qualche saltuario lavoro con l’attenzione per il figlio Gaetano, grazie all’interessamento di alcune persone pie il bimbo viene accolto nel 1914 nell’Istituto dei Salesiani rimanendovi cinque anni. Sono tempi duri in cui, oltre alla consapevolezza di non avere un padre, persiste la miseria famigliare, ed oltretutto scoppia il primo conflitto mondiale. Gaetano frequenta ai Salesiani le scuole elementari ed un corso professionale di arte grafica, che gli sarà sommamente utile per le future attività lavorative. Le sue attitudini allo studio mal si coniugano con la povertà sua e della madre, e così è obbligato a cercarsi un lavoro in quel particolare momento congiunturale. Viene assunto come correttore di bozze al Resto del Carlino; contemporaneamente, grazie alle spiccate attitudini per il disegno, collabora con diversi Studi di ingegneria edile. Da questo momento le sorti del giovane sembrano finalmente portarsi in senso positivo. Assieme ad altri sette giovani viene accolto come allievo nello studio del prof. Collamarini (è opera di quel noto artista la basilica del Sacro Cuore di Bologna) per formare la sua “Gilda”, ovvero un gruppo d’artisti che gli fanno corona. L’esperienza purtroppo non è di lunga durata a causa della morte dell’insegnante, e così Marchetti lavora sia per Studi tecnici (ing. Poluzzi, Lanzillo, ecc.), sia per case editrici (La Prora, ecc.). Per un certo periodo si occupa anche di disegno anatomico presso la Clinica Universitaria S. Orsola. Congiuntamente al lavoro prosegue lo studio da autodidatta: incontra difficoltà anche a causa della seconda guerra mondiale, ma ha anche la fortuna di incontrare persone che lo stimano e lo aiutano, come: i coniugi Baulina Paleotti, il conte don Cesare dei principi Hercolani, il comm. Domenico Longo, il tipografo Luigi Parma, mons. Cavazza (ritornato a Bologna dopo esser stato segretario del vescovo di Gaeta), padre Giordano Ghini superiore dei domenicani di Bologna. Quest’ultimo, apprezzando le ottime capacità di Marchetti, gli affida il restauro della Cappella del Preziosissimo Sangue in S. Domenico. Nell’immediato dopoguerra si diploma privatamente come geometra, intraprendendo di lì a breve la libera professione finalizzata particolarmente alla ricostruzione di chiese ed edifici danneggiati dalla guerra. Nel 1949 si sposa con Maria, la donna che ancor oggi a 95 anni gli è vicino, a cui l’unisce un grandissimo affetto. L’unico cruccio è quello di aver perduto l’unico figlio premorto ad un parto difficilissimo che ha messo in grave pericolo anche la partoriente.
La sua vita è trascorsa leggendo, studiando, scrivendo , intorno all’arte e all’architettura in particolare. In quest’ottica, il suo ingresso al Comitato per Bologna Storica ed Artistica era un atto dovuto, che lo ha portato in breve tempo a far parte del Consiglio Direttivo e ad essere per molti anni il coordinatore responsabile della Strenna Storica Bolognese.
Dalla madre aveva appreso il dialetto bolognese: un amore che non ha smesso sino ad ora di coltivare egregiamente. Per il giornale della Fameja Bulgneisa ha pubblicato in passato molti suoi articoli sotto lo pseudonimo “Gamar”; quel sodalizio lo ha poi nominato “Nonno”, festeggiandolo alcuni anni or sono con una commovente cerimonia in suo onore. Ma le pubblicazioni non si limitano a questo fatto, sono molte ed articolate sugli argomenti che gli sono più congegnali: l’Arte nel suo insieme teorico e pratico, e la Lingua bolognese a cui si è impegnato con maggior lena dopo il pensionamento. L’Umaréin dal pàvver per 19 anni – dal 1977 al 1995 compresi – ha anche pubblicato l’agenda annuale “Al liber ed quall ch’pèga l’oli”, in cui motti e poesie in dialetto bolognese si alternano a ricette di cucina locale. Per l’insieme delle attività culturali che il geometra si è occupato con successo per una vita intera, l’Accademia Clementina lo ha voluto tra i suoi soci.
Ovviamente il Nostro Marchetti ha ancora molti scritti inediti – poesie e opere teatrali – nel cassetto che attendono di essere pubblicati: lui non ha fretta, il tempo gioca dalla sua parte. Proprio nel dicembre 2006, alle soglie dei 100 anni, è uscita la sua ultima pubblicazione di sonetti intitolata “Bulàggna in dialatt”, e siamo certi che non sarà l’ultima.

Giovanni Paltrinieri

PUBBLICAZIONI

N. 4 libri di racconti:
– Ai témp dal pòver Scarabèl
– Quand la cmandéva la Carmàila
– La sérva ed Zòboli
– Qal faquaioni d’Evaristo.
-. Acsé par mòd ed dir, voll. I – II – III
-. Mumént ed poesì
-. Rime bolognesi, voll. I – VII
-. Bulàggna in dialàtt
-. Pnòcc
-. Antichi ferri e bronzi d’arte nelle porte degli edifici di Bologna
-. Antiche sculture lignee in Bologna (in collaboraz. con P. Biavati)
-. Monte delle formiche (in collaboraz. con O. Facchini)
-. La civiltà del contado
-. Il fine e la fine dell’architettura
-. L’arte e l’inganno

OPERE

-. Chiesa di S. Giacomo in Argenta
-. Ricostruzione parziale della chiesa di Saletta
-. Chiesa parrocchiale di Pietracolora
-. Chiesa parrocchiale di Gabba (Gaggio Montano)
-. Chiesa parrocchiale di Grecchia (demolita da un movimento franoso)
-. Chiesa parrocchiale di Querciola
-. Chiesa parrocchiale di Jola di Contese
-. Asilo di Campo Galliano
-. Casa parrocchiale di Campo Galliano
-. Villa Ravasini in Lizzano in Belvedere
-. Villa Dott. Testa in Querciola (Lizzano)
-. Chiesa Mausoleo dei Caduti Brasiliani in Italia (approvato dal governo brasiliano, ma poi mai eseguita per la caduta del presidente Kubicek)
-. Progetto del nuovo campanile di Monterenzio
-. Ricostruzione del Santuario di S. Maria di Zena a Monte delle Formiche
-. Villa Marchetti a S. Maria di Zena
-. Restauro della Cappella del Preziosissimo Sangue nella Basilica di S. Domenico
-. Monumento-Fontana della Madonna nel piazzale di Campeggio (Monghidoro)
-. Chiesa sussidiale di Monghidoro
-. Casa parrocchiale di Gardeletta
-. Chiesa sussidiale di S. Maria di Zena

COMITATO PER BOLOGNA STORICA E ARTISTICA

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